Nel 1942 Fedor Poletaev stava combattendo con l’armata rossa per contrastare l’avanzata nazifascista quando venne catturato e internato prima in Polonia e poi in Italia. Nel luglio del 1944, insieme ad altri prigionieri sovietici, riuscì a fuggire e raggiunse i partigiani sull’Appennino ligure dando vita al Distaccamento B. I. R. S. (Banda italo russa di sabotaggio) che faceva parte della 798 Brigata “A. Mazzarello” e che poi conflui’ nella 58ª Brigata “Oreste” della Divisione Garibaldi “Cichero”.
Cadde da eroe a 36 anni nella Battaglia di Cantalupo del 2 febbraio 1945.
Fëdor ricevette la medaglia di Eroe dell’Unione Sovietica ed è fra i pochissimi casi in Italia di stranieri cui venne conferita la medaglia d’oro al valor militare. Altri tre partigiani sovietici sono stati decorati postumi con la medaglia d’oro al valore militare: Nikolaj Bujanov, che combatté vicino ad Arezzo, Pore Mosulishvili, caduto nei pressi di Novara e Daniil Avdeev, (il capitano Daniele), comandante di un battaglione di partigiani, ucciso in Friuli.
I russi che combatterono nella resistenza italiana furono più di 5000.
Poletaev è sepolto a Genova nel cimitero di Staglieno.
Portano il suo nome una via genovese (Via Fiodor nel quartiere di Carignano) e una petroliera russa costruita nei cantieri navali Ansaldo di Genova.
In questo periodo di sentimenti anti-Russia e di volontà bellicista, mi pare doveroso rendere omaggio alla sua memoria recandomi oggi presso la sua tomba a Staglieno, partecipando come consigliere comunale alla commemorazione organizzata dal consolato russo, per ricordare i valori della resistenza e per ribadire che l’Italia non è – né deve essere – in guerra con la Russia.
Occorre fare tutto il possibile perché il nostro paese eviti nuove guerre e contribuisca a far cessare quelle in corso.