Ieri il mondo ha scoperto cosa implichi la piena dipendenza dal digitale.

Attività di aeroporti, porti, supermercati, emittenti televisive e società di servizi in tutto il mondo si sono all’improvviso arrestati.

Negli aeroporti in particolare i tabelloni si sono bloccati, i check-in si sono dovuti fare a mano e centinaia di voli sono stati cancellati.

Migliaia di persone bloccate da un bug che ha causato la “schermata blu della morte” sui computer delle più note aziende al mondo. PC e server su cui gira Microsoft Windows.

Persino la stessa Microsoft ha avuto problemi nell’erogazione dei servizi di posta elettronica e collaborazione che fornisce direttamente.

Sembrerebbe che questo caos sia stato causato da un errore di programmazione in un aggiornamento della suite di sicurezza Falcon della società CrowdStrike Holdings Inc., con sede ad Austin, Texas, fondata nel 2011 con 8429 dipendenti e con CEO George Kurtz.

La capitalizzazione di tale società è passata da 24,822 miliardi di dollari nel 2023 a 74,220 nel 2024, con un fatturato in questi anni rispettivamente di 2,241 e 3,056 miliardi di dollari.

Il rapporto quindi capitalizzazione/fatturato è stato di 11,1 volte nel 2023 e di 23 volte nel 2024.

Ieri abbiamo quindi scoperto che quasi tutte le grosse società occidentali per gestire i loro sistemi critici si affidano a Microsoft Windows ed a una suite di protezione di una società che vale 23 volte quanto produce.

In questa fase terminale del neoliberismo globalista la tendenza è sempre il monopolio in qualunque ambito, con immense concentrazioni di ricchezza per i proprietari.

Che nel caso di CrowdStrike Holdings Inc. risultano ad esempio essere:

– Blackrock Inc. al 6,99%

– Vanguard Group Inc al 6.96%

– Morgan Stanley al 2,51%

– State Street Corporation al 2,06%

– JP Morgan Chase & Company all’1,84%

Nomi noti.

Le solite holdings che controllano tutte le aziende che a loro volta controllano tutti i mercati nevralgici mondiali.

Ad esempio, il 16/07/2024 Corriere Finanza riportava che Blackrock Inc. gestisce oggi assets per 10600 miliardi di dollari, in aumento di 1200 miliardi su base annua.

Parliamo di 5,17 volte l’intero PIL italiano.

L’incidente di ieri sembrerebbe da attribuire ad un errore umano.

Ma sarebbe potuto dipendere anche da un sabotaggio, un atto di terrorismo od una deliberata scelta.

Comunque sia, tale evento ha paralizzato in qualche minuto l’intero Occidente.

Lasciare i sistemi di gestione strategici (e spesso anche i dati) nelle mani di singole società d’oltreoceano è una scelta puramente politica.

Mentre Microsoft Windows ed i software che ci girano sono scatole chiuse che dipendono totalmente dai produttori, esistono all’opposto soluzioni Open Source basate su GNU/Linux dove il codice sorgente è libero e dove chiunque abbia competenza può operare.

Russia e Cina ad esempio con lungimiranza da anni fanno largo uso nei settori strategici di soluzioni GNU/Linux sviluppate a livello governativo od in partnership pubblico/privato.

Soluzioni tra l’altro molto più efficienti, sicure ed economiche.

Le infrastrutture informatiche oggi sono molto più importanti di quelle tradizionali.

Le società moderne vivono attraverso di loro. Ne sono il cuore pulsante.

Quella di ieri è la dimostrazione di quanto sia esiziale lasciare al libero mercato la loro proprietà e gestione.

Abbiamo avuto solo un assaggio di cosa significhi una interruzione accidentale (o volontaria) di tali strutture nevralgiche.

Il loro collasso ci farebbe ripiombare istantaneamente all’età della pietra.

E’ assolutamente necessario che al pari della Sanità, lo Stato torni ad essere protagonista nella gestione e realizzazione delle infrastrutture digitali strategiche.

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